Tenere la casa ordinata riduce il rischio cadute

11 Marzo 2023

Tenere la casa ordinata riduce il rischio cadute

tenere la casa ordinata

Tenere la casa ordinata è il desiderio di molti. Ma non è solo un fatto di estetica ma piuttosto di sicurezza. Ogni anno quasi un terzo delle persone di 65 anni e più cade e la maggior parte delle cadute avviene proprio in casa. L’eliminazione dei pericoli, a cominciare dal disordine, può ridurre significativamente il rischio. A confermarlo un lavoro pubblicato su Cochrane Database of Systematic Reviews.

Liberarsi del superfluo è importante

Fare decluttering, eliminare ciò che ingombra si è rilevato particolarmente prezioso per gli anziani che hanno avuto una caduta recente e sono stati ricoverati in ospedale o hanno bisogno di supporto per le attività quotidiane, come vestirsi o usare le scale. Tenere la casa ordinata, secondo gli Autori, è ancora più importante di avere occhiali da vista corretti e calzature idonee.

 

Adottare semplici misure diminuisce il tasso complessivo di cadute del 26 per cento. Bastano davvero pochi e semplici suggerimenti sia all’interno che all’esterno della casa: fare ordine e aggiungere corrimano e strisce antiscivolo ai gradini. Il solo adottare queste misure riduce del 38 per cento il rischio. Una percentuale importante.

Rimuovere i tappeti e migliorare l'illuminazione delle scale

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«Le cadute sono molto comuni tra gli anziani. Possono causare lesioni gravi o addirittura la morte, ma sono prevenibili. E’ importante spiegare a tutte le persone, man mano che invecchiano, a ridurre i rischi di caduta. Spesso si tratta di cose semplici, come rimuovere tappeti e migliorare l’illuminazione delle scale o semplicemente tenere la casa ordinata. Sembrano consigli di semplice buon senso ma non è così. Le persone tendono a non notare il disordine in casa e spesso non si rendono conto che salire le scale come hanno sempre fatto è potenzialmente un rischio di caduta, soprattutto se la mobilità o l’equilibrio non sono più quelli di una volta» spiega Lindy Clemson, dell’Università di Sydney, Australia, autore principale della revisione.

Foto: Unsplash