Venerdi 17, superstizione non ti temo

17 marzo 2023

Venerdi 17, superstizione non ti temo

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Venerdì 17. Preparate amuleti, talismani, rituali e incrociate le dita. Perché prima o poi oggi si dovrà uscire di casa. E una volta per strada attenzione a non passare sotto una scala, occhio ai gatti neri che attraversano e sguardo vigile visto mai che incontriate un quadrifoglio. E poi niente cappello sul letto, niente olio versato e per carità non fate cadere il sale. Per lo specchio rotto, si sa, vi aspettano sette anni di guai. E’ il potere della superstizione, tramandata da generazione in generazione.

E non importa sorriderci su, perché tanto sotto sotto appartiene a tutti noi. Per la serie ‘non è vero ma ci credo’. Se poi la superstizione proprio non vi riguarda allora chiedetevi se siete scampati anche ai ‘rituali’ propiziatori: tipo la stessa maglietta indossata ad ogni esame, gli stessi posti sul divano quando gioca la squadra del cuore e quel talismano stretto in mano ad ogni evento importante. E se volete davvero sfidare la sorte, augurate buona caccia ad un cacciatore, fate gli auguri ad un esaminando e scartate un regalo di compleanno prima della data fatidica. Si potrebbe continuare all’infinito.

Superstizione, è l'illusione del controllo

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Le superstizioni fanno parte della cultura di ogni popolo. Tra chi ci crede e chi ci sorride sopra, attraversano le epoche e le culture. Ma le superstizioni e i rituali sono davvero solo abitudini negative da evitare? Qual è il limite (se c’è) entro il quale è lecito restare?

 

«Le superstizioni sono il risultato naturale di diversi processi psicologici – scrive Stuart A. Vyse, Professore di psicologia al Connecticut College e autore del volume Believing in Magic: The Psychology of Superstition  – compresa la nostra sensibilità verso le coincidenze, il debole per lo sviluppo di rituali per riempire il tempo (per combattere i nervi o l’impazienza), gli sforzi per affrontare l’incertezza. Viviamo in un mondo in cui ci sono sempre più cose importanti che non riusciamo a controllare completamente e il cui esito è incerto. Le superstizioni tendono ad emergere proprio in questi contesti. Cerchiamo di mettere in atto tutto il possibile affinché le cose possano funzionare. Le superstizioni sono utilizzare come uno strumento in più per aiutare a raggiungere il risultato sperato. E’ l’illusione del controllo. In determinate circostanze eseguire un’azione che non può in nessun modo influire su come andranno le cose ci fa avere la sensazione di avere il controllo della situazione e ci fa sentire meglio, piuttosto che stare semplicemente in attesa seduti. In sostanza una persona è superstiziosa perché vuole credere che può cambiare il proprio destino, che può portare un po’ di magia nella routine della sua vita. E perché ha bisogno di un po’ di fiducia in se stesso».

La superstizione, dunque, come una pillola magica per fare andare meglio le cose. E non è un caso che si parli proprio di ‘effetto placebo’. Steven Kotier, autore di Psychology Today, sottolinea come l’effetto placebo della convinzione di poter fare qualcosa per fare la differenza su un risultato possa aumentare le possibilità di un risultato positivo, perché può attivare determinare risposte nel cervello e nel corpo. In altre parole ci aiuta a tirare fuori il meglio di noi.

Perché si è superstiziosi?

Ma quando un rituale diventa una superstizione? Quando diventa un ostacolo invece che una stampella? Vyse sostiene che c’è un chiaro valore psicologico nello stabilire una routine. Non a caso gli allenatori, spesso, dicono ai giocatori che se non hanno un rituale pre-partita devono  provare a crearne uno,  perché focalizza la mente, come fosse un mantra per tenere lontano l’ansia. Ma fin qui è la razionalità a giocare le sue carte. Un rituale diventa una superstizione quando si muove verso il pensiero magico, quando diventa un incantesimo quasi avesse delle caratteristiche sovrannaturali. La differenza tra un rituale e una superstizione è nel risultato atteso. Se si crede che eseguire un determinato rituale possa alterare il risultato allora è una superstizione. Se si fa per calmarsi prima di un evento importante il rituale resta un rituale. Credere profondamente nelle superstizioni può avere effetti negativi. Credere nella sfortuna, ad esempio può avere un effetto negativo perché innesca uno stato di ansia non motivato. Sono superstizioni che aumentano l’ansia e ti costringono a situazioni in cui devi pensare a come (e se vuoi) affrontare quella determinata situazione.

 

 

E poi c’è chi si fa condizionare dalla sorte anche quando fa acquisti. Uno studio ( sui consumatori di Taiwan ha dimostrato che gli acquirenti tendono a pagare di più per un numero inferiore di articoli in una confezione, purché il numero di articoli nella confezione rappresenti un numero “più fortunato”: meglio pagare di più per 8 palline da tennis che per 10.

A piccole dosi si può essere un po' superstiziosi

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C’è un interessante articolo di diversi anni fa sul sito Life Hacker che affronta il perché ci piace essere superstiziosi (e perché a piccole dosi non è così negativo esserlo).

Foto: Pexels