Psoriasi, il sondaggio dell’Apiafco fotografa disagi, ansie e rinunce

26 maggio 2023

Psoriasi, il sondaggio dell’Apiafco fotografa disagi, ansie e rinunce

La psoriasi non è solo una malattia della pelle

La psoriasi non è solo una malattia della pelle. Si riflette pesantemente sulla quotidianità e spesso viene percepita come un ostacolo insuperabile. A confermarlo, i risultati del sondaggio dell’Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza, APIAFCO.

 

«Il sondaggio che abbiamo realizzato desidera fotografare la qualità della vita del paziente con psoriasi – commenta Valeria Corazza, Presidente dell’Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza – Il quadro che ne emerge è indicativo della quotidianità di tanti italiani che non vivono una vita leggera e spensierata.  Ma che ogni volta che si alzano, che vanno al lavoro, che stanno con gli amici, che incontrano nuove persone, che fanno sport o che allacciano nuove relazioni sentimentali, devono fare i conti con un fastidioso compagno di viaggio».

Sono due milioni le persone che convivono con la psoriasi

«Come Associazione –  prosegue Valeria Corazzasiamo fermamente convinti che questa fotografia debba essere condivisa nel modo più vasto possibile. Affinché tutte le Istituzioni e le agenzie sanitarie, educative e sociali, sappiano cosa significa vivere con la psoriasi. E, soprattutto, quale è il peso che questa malattia scarica sulle spalle di circa due milioni di italiani. Persone che chiedono solo di non rimanere nascoste a vivere nella solitudine e nell’ansia la loro malattia. Persone che chiedono riconoscimento, attenzione, condivisione e terapie da parte del SSN e della società intera».

Psoriasi, per molti un 'macigno'

psoriasi

Il sondaggio è stato somministrato negli ultimi due mesi agli associati APIAFCO ed ha raccolto risposte provenienti da tutta Italia. Il 63,3% degli intervistati sono donne, con una età media di 36 anni.

 

Il primo dato significativo emerso è che la psoriasi non è mai vissuta come una patologia ‘leggera’.

La malattia, infatti, incide per il 90% delle persone sulla quotidianità sia in piccola parte che totalmente. Generando la percezione della psoriasi come ‘macigno’ per il 34,4%. Oppure come un pesante ‘compagno di viaggio’ per il 29,3%.

 

Certamente la gravità della malattia incide sulla percezione. La psoriasi è una patologia infiammatoria cutanea, cronica e recidivante che si manifesta in forme differenziate e che si esprime con aggressività molto diverse. Il 26,5% degli intervistati ritiene la psoriasi un ostacolo superabile. Il 42,5% pensa che nei rapporti con la famiglia sia solo uno dei tanti ostacoli della vita. Per quanto riguarda il lavoro, il 53% la considera un aspetto ininfluente. Percentuali significative che suggeriscono che si può vivere con la psoriasi anche con ‘leggerezza’..

Viaggi e vacanze sono al primo posto per timore e preoccupazione

Ma c’è una costante: più si entra in una sfera di percezione di sé e di rapporto intimo con gli altri, e più il ‘macigno psoriasi’ emerge. Quando si parla di progetti per il futuro, ad esempio, la malattia è causa di preoccupazione per il 47,6%. Per il 15, 2% è motivo di ansia oppure obbliga ad avere un plus di attenzione che agli altri non è richiesta per il 24,5%.

 

Anche nei progetti di viaggi e vacanze la psoriasi è motivo di timore e preoccupazione per il 37,7%. Di specifica attenzione per il 23,4%, oppure causa di fastidiosa complessità organizzativa per il 12,7%.

 

Nello sport – soprattutto quando la pelle per vari motivi è più esposta – si sentono in grave imbarazzo il 22,8% degli intervistati. Il 13,5 % si è sentito costretto a cambiare attività e il 21,7 % si è visto obbligato a interrompere lo sport preferito.

La psoriasi incide anche sulle amicizie e nuovi incontri

Nella sfera delle amicizie chi ha la psoriasi vive una pesantissima insicurezza personale (26,5%) che genera il timore di nuovi incontri (18.6%). Questa insicurezza nell’ambito dell’intimità e della sessualità diventa causa di vergogna (23,1%), motivo di blocco psicologico (17.7%) ed anche causa di frustrazione e rinuncia (14.9%).

Foto: Unsplash