12 aprile 2023
Per il cervello non tutti i pruriti sono uguali

Il prurito non è solo un terribile fastidio ma un campanello d’allarme importante. Se una zanzara, ma anche un capello o semplice polvere, si posano sul braccio di una persona, questa ne percepisce la presenza sulla pelle e si ‘gratta’ rapidamente per eliminarla. In questo caso parliamo di prurito ‘meccanico’ che si distingue dal prurito ‘chimico’ causato, ad esempio, da un irritante come la saliva della zanzara quando punge. O da una allergia. Entrambi gli scenari provocano, comunque, la stessa risposta: grattarsi.
Una recente ricerca condotta da scienziati del Salk Institute ha rivelato che nei topi, il percorso cerebrale dedicato alla percezione del prurito, legato a cause meccaniche o chimiche, ha due percorsi neuronali differenti.
«Questo studio fornisce informazioni fondamentali su come queste due forme sono codificate diversamente dal cervello. E apre nuove strade per futuri interventi terapeutici nei pazienti che soffrono di una serie di condizioni di prurito cronico tra cui la dermatite atopica e la psoriasi» spiegano gli Autori dello studio.
Lo studio pubblicato su "Neuron"

La scoperta si basa su un precedente lavoro del team che ha evidenziato che una piccola regione del cervello funge da centro di allarme in grado di raccogliere i segnali di minaccia, sia esterni che interni al corpo. E questo è possibile grazie al ruolo cruciale di un gruppo specifico di neuroni preposti alla codifica dei segnali. Gli scienziati hanno quindi deciso di concentrarsi su questi neuroni e di chiedersi se svolgano anche un ruolo specifico nel trasmettere i segnali di prurito meccanico al centro di allarme. Scoprendo che cellule diverse rispondevano al prurito causato da stimoli meccanici o chimici. Il team è riuscito, quindi, a evidenziare una ‘via’ per quello chimico e una per quello meccanico e di identificare, chiaramente, le molecole importanti per la loro regolazione.
La prevalenza del prurito cronico aumenta con l'età
«Abbiamo scoperto che se si sensibilizza una via, si può stimolare uno stato di prurito patologico e viceversa. Ciò indica che queste due vie agiscono insieme per scatenare il prurito cronico la cui prevalenza aumenta con l’età. Per questo motivo, vorremmo anche capire meglio cosa succede ai circuiti neurali che trasmettono il prurito con l’avanzare degli anni. I nostri risultati dovrebbero contribuire allo sviluppo di nuove terapie per il suo trattamento» commentano gli Autori.
Foto: Pixabay