Pensieri suicidi, uno studio identifica mese e ore in cui si verificano di più

14 maggio 2023

Pensieri suicidi, uno studio identifica mese e ore in cui si verificano di più

Pensieri suicidi, uno studio identifica mese e ore in cui si verificano di più

Una nuova ricerca della School of Psychology dell’Università di Nottingham, condotta in collaborazione con l’Università di Amsterdam e l’Università di Harvard, ha identificato il mese e le ore in cui le persone hanno maggiori pensieri suicidi. I risultati dello studio, durato sei anni, sono stati pubblicati su Translational Psychiatry.

 

Il team conferma che i pensieri suicidi sono, in effetti, più frequenti in inverno, soprattutto nel mese di dicembre. Dimostrando, tuttavia, che è in primavera, inizio estate il ‘momento critico’. Hanno anche scoperto che le persone sono più vulnerabili a togliersi la vita dalle 4 alle 6 del mattino.

È la primavera la stagione più critica

pensieri suicidi

«È ben documentato che l’inverno è il periodo in cui le persone con problemi di salute mentale lottano con un peggioramento significatico dell’umore e della depressione elaborando pensieri suicidi. Il ​​disturbo affettivo stagionale è un problema ormai ampiamente riconosciuto, fortemente legato al cambio di stagione, che colpisce molte persone» spiega Brian O’Shea dell’Università di Nottingham.

I pensieri suicidi e cambiamenti importanti dell’umore sono costanti a dicembre e meno frequenti a giugno
 
 
 

«Potrebbe, quindi, sorprendere il dato che la primavera, un periodo in cui si presume che l’umore delle persone migliori, sia in realtà il periodo dell’anno in cui le persone sono maggiormente a rischio di togliersi la vita. Le ragioni di questo sono complesse, ma la nostra ricerca mostra che i pensieri suicidi e cambiamenti importanti dell’umore sono costanti a dicembre e meno frequenti a giugno. Tra questi due estremi, c’è il rischio maggiore di comportamento suicidario. Pensiamo che questi si verifichi perché in primavera i miglioramenti graduali dell’umore e una maggiore energia consentono di pianificare e progettare un tentativo di suicidio» prosegue Brian O’Shea che ha guidato lo studio.

Uno studio durato sei anni
 
 

«Il nostro studio è il primo a esaminare i cambiamenti relativi all’umore e a pensieri suicidi e autolesionisti nel corso dei mesi su una scala così ampia. Un dato importante perché questo permette di individuare, con una buona precisone, i momenti in cui intervenire» conclude O’Shea.

 

Il suicidio è una delle principali cause di morte prematura; a livello globale si registrano circa 700.000 suicidi all’anno.

Per questo studio sono state raccolte le risposte di oltre 10.000 persone nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Canada utilizzando il Project Implicit Health Database. I partecipanti allo studio provengono da tre gruppi: precedenti tentativi di suicidio; ideazione suicidaria e/o autolesionismo non suicidario; nessun precedente autolesionismo, pensieri o comportamenti suicidari. I ricercatori hanno riscontrato un aumento generale di autolesionismo durante i sei anni e gli effetti del disturbo affettivo stagionale sull’umore e sul desiderio di morire.

Foto: Unsplash