Intelligenza artificiale, boom di algoritmi salva cuore

4 ottobre 2023

Intelligenza artificiale, boom di algoritmi salva cuore

Intelligenza artificiale

Forse per dottor Google è arrivato il momento di andare in pensione e lasciare il posto a professore IA. A confermarlo il moltiplicarsi, in questi ultimi mesi, di applicazioni e strumenti educativi interattivi per fornire alle persone informazioni sulle malattie cardiovascolari.

 

Del futuro dell’Intelligenza artificiale nella cardiologia interventistica ne stanno parlando gli specialisti della GISE in occasione del 44° Congresso Nazionale, a Milano fino al 6 ottobre.

 

«Siamo nel pieno di una rivoluzione della cardiologia interventistica e a farla da padrone è l’intelligenza artificiale – sottolinea Giovanni Esposito, presidente GISE, Società Italiana di Cardiologia Interventistica e direttore della UOC di Cardiologia, Emodinamica e UTIC dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli -. Dall’infarto miocardico acuto alla diagnosi e al trattamento della malattia aterosclerotica coronarica fino alla pianificazione ed esecuzione di procedure di interventistica strutturale e allo sviluppo di applicazioni e strumenti educativi interattivi.

Per fornire alle persone informazioni sulle malattie cardiovascolari, i fattori di rischio e le misure preventive. Sono tantissime le possibili applicazioni dell’IA e in futuro ce ne saranno molte di più».

Dall’IA un valido contributo per la diagnosi precoce dell’infarto miocardico acuto

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Una diagnosi precoce di infarto miocardico è fondamentale per la sopravvivenza dei pazienti. Un dato su tutti: in Italia sono circa 120 mila le persone che, ogni anno, incorrono in un infarto del miocardio. Di queste, circa 25 mila muoiono perché non soccorse in tempo.

 

«L’intelligenza artificiale è in grado di identificare – aggiunge Esposito – le alterazioni elettrocardiografiche che si verificano in caso di sindrome coronarica acuta.  

In particolare, studi recenti hanno dimostrato che l’utilizzo di modelli di deep learning raggiungono una buona accuratezza nella diagnosi di infarto. Queste osservazioni aprono la strada all’impiego dei sistemi di IA per supportare le attività delle reti tempo-dipendenti».

L’IA può essere una guida nelle procedure di interventistica strutturale

Gli algoritmi di IA possono contribuire a migliorare la qualità delle immagini ottenute con l’ecocardiografia transesofagea, la tomografia computerizzata o la risonanza magnetica, facilitarne la visualizzazione e interpretazione.

 

«L’IA può, inoltre, guidare le fasi procedurali, fornendo informazioni in tempo reale sulla posizione del dispositivo per renderne preciso il posizionamento – sottolinea il presidente GISE -. Alcuni algoritmi possono aiutare a prevedere i risultati a breve e lungo termine delle procedure. In modo da guidare la scelta della strategia e dei materiali più appropriati per ogni specifico paziente.

L’intelligenza artificiale può anche essere utilizzata per l’addestramento e la formazione dei cardiologi interventisti che possono esercitarsi con la simulazione di procedure strutturali complesse in un ambiente virtuale sicuro».

IA: un assistente virtuale per la prevenzione delle malattie cardiovascolari

«L’intelligenza artificiale consente di sviluppare chatbot e assistenti virtuali che forniscano informazioni personalizzate sulle malattie cardiovascolari, rispondano alle domande dei pazienti e li motivino a seguire stili di vita sani – conclude Esposito -. Queste misure potrebbero contribuire al superamento del gender gap che è storicamente descritto in ambito cardiovascolare.  E che giustifica la maggiore tendenza a sottostimare la presenza di malattia aterosclerotica nei pazienti di sesso femminile con conseguente ritardo nella diagnosi e nel trattamento».

Foto: Unsplash