1 Marzo 2023
Il primo appuntamento non si scorda mai

E’ come puntare tutto su un cavallo vincente: o si vince o si perde. Sì, perché al primo appuntamento o fai colpo o non ci sarà una seconda occasione. Ma è davvero giusto affidarsi alle prime (e a volte uniche) impressioni per valutare la personalità di qualcuno?
Secondo i ricercatori della McGill University la risposta è sì: la prima impressione può e deve contare. Ma non è facile raggiungere l’obiettivo perché rispetto agli incontri casuali perché le aspettative del primo appuntamento sono alte e, di conseguenza, lo stress. E proprio per questo si sono chiesti quanto siano affidabili quelle prime impressioni che poi, inevitabilmente, determinano o meno il lieto fine. Tutto sta in quanto, davvero, ci apriamo e vogliamo far conoscere.
Chi sta bene con se stesso è più autentico
«Alcune persone sono come dei libri aperti e le loro personalità possono essere percepite anche dopo una breve interazione, come in un primo appuntamento, mentre altre sono più difficili da leggere. In genere le persone che stanno meglio con loro stesse, che hanno più autostima e sono più soddisfatte sono quelle che rendono più facile il compito a chi sta davanti a loro per conoscerle. E questo forse perché si comportano in modi che sono più in linea con la loro personalità, sono più autentiche» spiegano Lauren Gazzard Kerr e Lauren Human autori dello studio.
E allora, bisogna rassegnarsi all’idea che quel primo appuntamento è davvero come giocare d’azzardo. Occhio all’abbigliamento, alle buone maniere e alla spontaneità. In pratica, bisogna tirare a lucido anche la personalità. Ma senza mentire, fare finta di essere quello che non si è, nascondersi dietro a maschere. Perché come ogni buon giocatore di poker può confermare, il rischio che il bluff venga scoperto è sempre in agguato. Soprattutto sulla lunga distanza, soprattutto se, come si spera, quel primo appuntamento è stato un successo e diventa il primo di una lunga serie.
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