Gli “affari di cuore” si leggono negli occhi

1 Marzo 2023

Gli “affari di cuore” si leggono negli occhi

affari di cuore

Gli occhi, si sa, sono la finestra sull’anima. Ma non solo. Un gruppo di ricercatori dello Shiley Eye Institute dell’ UC San Diego Health , in uno studio pubblicato su Eclinical Medicine-The Lancet, rivela che sulla retina – lo strato dell’occhio più interno e sensibile alla luce – si possono trovare gli indizi di una possibile malattia cardiaca. Perché gli “affari di cuore” lasciano il segno.

Basta una tomografia a coerenza ottica (OCT), uno strumento diagnostico non invasivo già utilizzato nel campo dell’oftalmologia, per andare a caccia di quelle lesioni della retina e determinare se c’è o meno un disturbo cardiovascolare da valutare con più attenzione.

Molte malattie possono manifestarsi nell'occhio

«Gli occhi sono una finestra sulla nostra salute e molte malattie possono manifestarsi nell’occhio; le malattie cardiovascolari non fanno eccezione. L’ischemia, che è una diminuzione del flusso sanguigno causata da malattie cardiache, può portare a un flusso di sangue inadeguato all’occhio e può causare la morte delle cellule della retina, lasciando un segno permanente che abbiamo chiamato ‘lesioni perivascolari ischemiche retiniche’, o RIPL. Più alto è il numero di RIPL nell’occhio, maggiore è il rischio di malattie cardiovascolari » ha spiegato Mathieu Bakhoum autore principale dello studio.

I segni rivelatori delle malattie cardiovascolari sulla retina

«L’unico modo in cui possiamo visualizzare i vasi sanguigni più piccoli del corpo è nell’occhio. La retina, in particolare, fornisce importanti prove degli effetti negativi sul cuore come quelli, per esempio, provocati dalla pressione alta. La mia speranza è che la presenza di RIPL nell’occhio possa servire come marcatore di malattie cardiovascolari quando i pazienti sono sottoposti a valutazione dei fattori di rischio per le malattie cardiache, o quando i pazienti sono sottoposti a valutazione per la sospetta presenza di malattie cardiache».

«Il rilevamento delle RIPL potrebbe portare precocemente all’identificazione della malattia cardiovascolare attivando così terapie e strategie adeguate e potenzialmente ridurre il numero di infarti o ictus» aggiunge Anthony De Maria, altro autore dello studio.

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