Dolore cronico, una presenza invalidante che richiede flessibilità

1 marzo 2023

Dolore cronico, una presenza invalidante che richiede flessibilità

dolore cronico

Chi soffre di dolore cronico sa bene che non è ‘solo dolore’. E’ molto di più. E’ una presenza ingombrante che incide profondamente sullo stile di vita, sulla salute mentale, sulle occupazioni quotidiane e lavorative. Perché chi soffre di dolore cronico non possono fare programmi, vivono in base ‘all’intensità del dolore’. E così, non poter svolgere una vita ‘normale’ diventa più invalidante del dolore stesso. Lo dice uno studio della Edith Cowan University (ECU) pubblicato sulla rivista International Journal of Environmental Research and Public Health.

Serve un atteggiamento ‘elastico’

Lo studio ha analizzato come il perseguimento persistente di obiettivi di valore (tenacia degli obiettivi) e l’adattamento di tali obiettivi di valore in risposta a battute d’arresto o ostacoli (flessibilità degli obiettivi) possano contribuire a spiegare come alcuni individui con dolore cronico mantengano un senso di benessere mentale.

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« In particolare, abbiamo scoperto che la flessibilità e la tenacia degli obiettivi sembrano compensare gli impatti emotivi negativi dell’interferenza del dolore sul benessere mentale, e la flessibilità ancora di più della tenacia». Nella gestione del dolore cronico, dunque, vince chi si adatta, chi punta sui punti di forza invece che di deficit, chi trova comunque il modo di realizzare gli obiettivi che gli stanno a cuore. Precedenti ricerche sul dolore avevano dimostrato che i fattori fisici come, ad esempio, sonno, lesioni, malattie e fattori sociali, (come il lavoro e i  fattori economici) svolgono un ruolo significativo nella gestione del dolore» spiegano i ricercatori dell’ECU Tara Swindells e la professoressa Joanne Dickson.

Secondo i risultati dello studio, sembra, quindi, evidente che le persone che vivono con un dolore cronico riescono a mantenere meglio il loro benessere mentale – anche quando l’intensità del dolore è elevata – purché non interferisca con aspetti importanti della loro vita quotidiana. In pratica, quando il dolore non gli impedisce di vivere una vita il più possibile “normale”, con sogni, obiettivi, progetti.

Foto: Unsplash