13 giugno 2023
Disturbi alimentari & sport: un legame troppo spesso invisibile

Il team del College of Physical Education and Sport Palestra, nella Repubblica Ceca, ha presentato i risultati di uno studio pilota sui disturbi alimentari tra gli atleti. La ricerca è stata condotta somministrando una nuova formulazione del questionario EAT-26, uno dei metodi più utilizzati per lo screening del comportamento alimentare negli sportivi. Scopo dello studio quello di evidenziare, con maggiore accuratezza, eventuali disturbi. La ricerca è stata pubblicata su Frontiers in Psychology.
Il team si è concentrato sugli atleti, uomini e donne di età tra i 16 e i 26 anni, di sport più ‘estetici’ come la ginnastica, il pattinaggio artistico, la danza e il bodybuilding. L’analisi dei dati, della versione riformulata del test EAT-26, ha evidenziato cinque fattori significativi comuni tra i partecipanti allo studio: controllo della dieta, fame, apporto calorico, peso corporeo e ossessione per l’allenamento.
Quando lo sport diventa una malattia
La difficoltà riscontrata dai ricercatori è stata quella di evidenziare gli indicatori di comportamento patologico rispetto a normali regimi alimentari e di allenamento degli atleti. E questo perché le cause e le manifestazioni dei disturbi alimentari negli atleti agonisti non sono identiche a quelle della popolazione generale. Eventuali disfunzioni sono generate molto di più dall’ansia di prestazioni e successo nella disciplina sportiva piuttosto che dall’aspetto fisico e dal solo peso corporeo.
Fare di tutto per vincere: anche mettere a rischio la salute

L’anoressia atletica è il termine per descrivere gli atleti che limitano l’apporto energetico o si allenano in maniera eccessiva o addirittura estrema. Alcuni applicano entrambe le modalità per raggiungere o mantenere un basso peso corporeo e massimizzare le prestazioni atletiche. Bisogna evidenziare, inoltre, che alcuni sport, come la boxe o il wrestling, richiedono un determinato peso per competere. Al contrario ci sono sport che ‘incoraggiano’ l’eccesso di cibo, come l’offensive linemen nel football americano o il lottatore di sumo.
L’ambiente sportivo spesso ‘copre’ comportamenti alimentari disturbati
Gli atleti del bodybuilding e del fitness hanno ottenuto in media il numero di punti più elevato e sono stati gli unici a superare la soglia di 57 punti su 100. Tutti gli sport testati hanno comunque registrato dati significativi. Nello specifico gli atleti con un punteggio di 57 sono il 6 percento nelle discipline aerobiche, il 24 per cento nella ginnastica, i 15 per cento nella danza professionale e il 27 per cento nel pattinaggio artistico.
I risultati dello studio confermano il parere di molti esperti secondo cui l’ambiente sportivo spesso copre comportamenti alimentari disturbati e per questo riuscire a individuarli non è semplice.
Foto: Unsplash