Botrillo, dalla laguna di Venezia l’aiuto per vincere le malattie neurodegenerative

21 aprile 2023

Botrillo, dalla laguna di Venezia l’aiuto per vincere le malattie neurodegenerative

Malattie neurodegenerative, dal mare l'aiuto per vincerle

Un inatteso aiuto, per sconfiggere malattie neurodegenerative umane come l’Alzheimer o la Malattia di Parkinson, potrebbe arrivare da un piccolo animale marino, il botrillo, un animaletto invertebrato che cresce e si riproduce a basse profondità in mari quali il Mediterraneo e, in particolare in zone ricche in nutrienti e calde dell’Adriatico, come la Laguna di Venezia. Si tratta di un essere vivente molto semplice che presenta al suo interno anche un cervello rudimentale, costituito da poco meno di un migliaio di neuroni. Tuttavia tale organismo appartiene al gruppo di animali considerati i parenti più prossimi ai vertebrati, il gruppo a cui appartiene anche l’uomo e, anche per questo motivo, i ricercatori lo stanno studiando da tempo.

lo studio pubblicato su Cell

Il team internazionale di ricercatori dell’Università di Stanford, California e dell’Università Statale di Milano, coordinato dal Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova ha pubblicato uno studio sulla rivista Cells che evidenzia come il botrillo contenga tutti i geni coinvolti nelle malattie neurodegenerative umane e, durante il suo ciclo vitale, le sue cellule nervose invecchino esattamente come nell’uomo.

I risultati potrebbero aprire inediti scenari per la prevenzione e la cura

Il botrillo contiene i geni coinvolti nelle malattie neurodegenerative

Il bodrillo presenta al suo interno anche un cervello rudimentale, costituito da poco meno di un migliaio di neuroni

«Il botrillo, che abbiamo studiato attraverso microscopia elettronica e analisi dell’espressione genica, va incontro naturalmente a neurodegenerazione secondo modalità che potrebbero aiutare la ricerca nell’uomo a trovare strategie, o farmaci, per fermare gravi malattie neurodegenerative» spiega Lucia Manni, autore referente dello studio.

 

«In particolare, i neuroni del botrillo mostrano diversi tipi di morte cellulare, così come avviene nelle malattie neurodegenerative umane. Inoltre, geni criticamente coinvolti in queste malattie sono espressi nelle diverse fasi del ciclo vitale del botrillo secondo tempistiche che ricordano molto il progredire delle malattie nell’uomo. Per esempio, geni tipici dei disordini conformazionali, come l’Alzheimer e il Parkinson, sono espressi nel botrillo in tempi che richiamano nell’uomo il passaggio della malattia da una fase di degenerazione pre-clinica alla comparsa di sindromi specifiche nell’uomo. Questi risultati potrebbero aprire inediti scenari sia nell’identificazione di un minimo comune denominatore fra patologie umane molto dissimili fra di loro, sia nell’impiego di nuove metodiche di stimolazione elettrica cerebrale non invasiva per la prevenzione e la cura della neurodegenerazione» conclude Alberto Priori del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università Statale di Milano e co-autore della ricerca.

Foto: Unsplash, Pixabay