8 aprile 2023
Diventare padre, un progetto che fa i conti con la fertilità

Si può “essere padre” in tanti modi. E non tutti, necessariamente, passano per una sala parto. Perché “essere padre”, come “essere madre”, è sinonimo di prendersi cura, di crescere, di sostenere, proteggere, portare per mano. Ma “diventare padre”, invece, fa necessariamente i conti con la fertilità. E, quindi, con la salute e anche con l’età. Eppure è un progetto che spesso, troppo spesso, gli uomini danno per scontato. Inseguendo quel mito che li ha illusi e gli ha fatto credere che, per loro, l’orologio biologico sia fermo. La fertilità maschile è un bene da proteggere? Lo chiediamo ad Ilaria Ortensi, dottore di ricerca in biotecnologie della riproduzione umana a “La Sapienza” di Roma e membro del Comitato Esecutivo della Società Italiana di Andrologia.

Anche la paternità, come per le donne, è troppo a lungo rimandata?
L’attribuzione della fertilità o dell’infertilità di coppia, ormai, è paritaria. La parte maschile pesa esattamente come quella femminile. E quindi fare una diagnosi precoce sull’uomo diventa fondamentale per prevenire tutte quelle patologie che, se non gestite sin da subito, possono influire sulla possibilità di diventare padre.
L’infertilità sta aumentando nell’uomo?
Sta aumentando anche perché si fanno più diagnosi. Oggi ci sono dei test di secondo livello che ci permettono di ‘chiudere il cerchio’, andando a limitare ed approfondire l’infertilità che un tempo era inspiegata ma che oggi ha una motivazione. E poi c’è l’infertilità idiopatica. Mi riferisco a quella parte di infertilità che ancora oggi, sia da una parte che dall’altra, non riusciamo a inquadrare. È una realtà, questa, non facile. Perché non presenta vie di uscita. Senza diagnosi non c’è un iter terapeutico, farmacologico o chirurgico da seguire.
Quali sono le cause dell'infertilità maschile?

Ci sono delle nuove cause di infertilità o fattori di rischio?
Il fattore età sta diventando un grande problema. Non è vero che si può diventare padre senza problemi anche con i capelli bianchi. Le coppie che afferiscono alla fecondazione assistita arrivano spesso con molto, troppo ritardo, rincorrendo l’ultimo minuto. E questo è motivo di ansia anche per chi si occupa di procreazione medicalmente assistita o comunque per chi deve gestire le patologie.
Un aspetto oggi molto considerato dalle società scientifiche è l’alimentazione. Un tema a cui la SIA sta dedicando un congresso. La sfera ambientale e alimentare sono importati e non devono essere sottovalutate. I giovani maschi mangiano davvero in maniera poco sana e adottano uno stile di vita alterato e questo influisce negativamente sull’aspetto riproduttivo.
È finito il mito che l’orologio biologico segna il tempo solo per le donne?
Non è finito ma solo perché le donne invecchiano prima e agli uomini è concesso un attimo di respiro in più per diventare padre. I test di secondo livello, come la frammentazione del DNA nemaspermico, ci permettono di andare ad approfondire lo stato più interno degli spermatozoi e, in questo caso, anche per gli uomini il fattore età influisce negativamente. La discesa della spermatogenesi, almeno quella che non vediamo apparentemente ma che andiamo a valutare in modo più approfondito, subisce certamente una flessione con l’avanzare degli anni.
Infertilità maschile, l'importanza della visita andrologica sin da ragazzi

Quando indagare sulla propria fertilità?
La parola giusta è subito. Per diventare padre un domani bisogna pensarci presto. L’esame del liquido seminale andrebbe fatto, non dico proprio nella prima adolescenza, ma appena dopo. Indipendentemente dallo stato di salute del ragazzo. È evidente che se ci sono dei campanelli di allarme o delle patologie questo argomento deve essere affrontato immediatamente. L’esame è un test non invasivo che andrebbe eseguito di default. Questo ci permette di evitare i danni del domani che potremmo non essere più in grado di gestire. Inoltre, su un giovane maschio tutto è molto più semplice e molto più veloce. Non dico tutto è possibile perché alcune patologie non lo sono, ma molto è sanabile. E dove non è sanabile possiamo tutelare la fertilità del ragazzo tramite la crioconservazione. Una metodologia ormai studiata, approvata, definita e molto efficace dal punto di vista della tutela dell’aspetto riproduttivo.
Cosa fare in termini di prevenzione?
Anche questa volta basta una parola: tutto. Per prima cosa una diagnosi precoce con una visita andrologica ed un esame del liquido seminale. E poi cambiare lo stile di vita. Sensibilizzare i ragazzi a vivere e mangiare correttamente. E non dimenticare lo sport. Il testicolo, più di altri, è un organo esterno e quindi risente dell’aumento delle temperature e degli stress esterni.
Ci sono comportamenti a rischio che possono seriamente compromettere la fertilità?
Grazie alle nuove mode abbiamo risolto il problema dei jeans troppo stretti. Ma non quello della vergogna. Una pallonata, un trauma importante andando in bicicletta vanno ‘confessati’. E andare, se necessario, al pronto soccorso. Ogni problema non deve essere vissuto in maniera nascosta. Il dialogo è fondamentale. Il testicolo deve essere protetto. Diventare padre è una scelta lontana per i ragazzi ma il tempo corre veloce e si diventa grandi in un attimo. È importante che i giovani lo comprendano.
Azoospermia, una diagnosi che fa paura

Azoospermia, è davvero una diagnosi senza appello?
È un macigno. Una diagnosi pesante da ascoltare. La speranza di diventare padre che si infrange. Per prima cosa l’azoospermia deve essere accertata con almeno due esami del liquido seminale. Mai fare riferimento ad una sola raccolta perché la spermatogenesi può subire delle variabilità. Molto importante, inoltre, l’analisi preanalitica che ci permette di inquadrare se il campione è stato raccolto in maniera idonea. Massima attenzione quindi alla raccolta di qualità ma anche al laboratorio di qualità.
Una considerazione, la diagnosi di azoospermia non è una risposta facile da dare. Per questo sarebbe più corretto che il laboratorio comunicasse al medico che segue il paziente la diagnosi, in modo che sia lui a trovare le giuste parole per spiegare una risposta così dolorosa e difficile. In mancanza di un medico di riferimento è evidente che sarà il laboratorio a parlare con il paziente.
Infertilità maschile, la diagnosi è il primo passo per affrontarla
Ci sono donne che non si arrendono mai. E gli uomini?
Sono migliorati tanto. Sono venti anni che faccio questo lavoro e quindi ho una grande casistica. È vero che la donna era e rimane parte attiva, prendendosi in carico tutta la gestione, ma ora gli uomini sono più sensibili al problema. Si mettono in gioco e soprattutto in discussione. Ho visto negli anni uomini fare veramente di tutto per diventare padre con i propri gameti.
Una diagnosi di azoospermia ancora oggi mette in discussione la sfera sessuale?
Anche questo tabù è stato infranto. All’inizio c’era tanta ignoranza. L’equazione era ‘non posso procreare e quindi sono impotente’. Con la nascita di internet prima e dei social poi, di questo problema si è cominciato a parlare. È diventato, finalmente, un argomento alla portata di tutti. Le persone oggi si informano e cercano spiegazioni. Per questo abbiamo creato un sito www.sterilitamaschile.com che ci permette di spiegare e soprattutto trovare le nozioni di base. È chiaro che c’è ancora una parte di Italia che vive le difficoltà legate al desiderio di diventare padre con vergogna.
Un messaggio a chi pensa che forse non diventerà mai padre?
Fare tutto quello che è possibile per arrivare ad una diagnosi precisa. Più la diagnosi è accurata più mirato sarà il percorso terapeutico e clinico da seguire. Per questo è fondamentale rivolgersi ad un centro altamente specializzato. Le strade da percorrere sono tante una volta inquadrata la patologia e soprattutto la sua origine. Anche in una azoospermia secretiva, davvero molto complicata da gestire, è possibile trovare gameti. Allo stesso tempo consiglio di rimanere sempre con i piedi per terra. Un consiglio? Non perdere tempo prezioso per diventare padre.
Foto: Unsplash e Pexels