Soffro d’insonnia e di notte semino fragole

8 Aprile 2023

Soffro d’insonnia e di notte semino fragole

FEMMINILE PLURALE, PENSIERI AD ALTA VOCE

Tutte le notti semino fragole, raccolgo grano, innaffio mirtilli, mungo le mucche e vado al mulino. Per ore. E poi semino fragole, raccolgo grano, innaffio mirtilli, mungo le mucche e vado al mulino. Ma abito al terzo piano in una grande città. Sono una contadina da smartphone, con una fattoria in un cellulare.

Soffro di insonnia, da tanto. Da troppo. Non tutte le notti, per fortuna. Ma abbastanza per farmi dire che sono una 50enne insonne.

 

La notte mi fa compagnia. La notte mi culla. La notte mi fa paura. Perché la notte mi fa fare i conti con la vita, con me stessa, con i miei spettri, i miei fallimenti, le mie ansie. E allora gioco alla fattoria. Lo so che la luce blu dello smartphone non mi fa dormire. Lo so che più sto al cellulare e più non dormo. Ma ho scelto il male minore. Meglio seminare grano che raccogliere ansia.

 

Non dormire, non mi dispiace. Anzi, non mi dispiacerebbe. Perché il silenzio mi è sempre piaciuto. La solitudine anche. Io con me non mi annoio mai. Sono capace di lunghe chiacchierate nella mia testa, di grandi progetti, di viaggi infiniti. E non mi do sempre ragione. Spesso io e io litighiamo. Però poi facciamo sempre pace. Di giorno. Di notte arriva l’intrusa, l’insonnia. E gli equilibri fra io ed io si alterano.

 

Di notte, io ci provo a fare bilanci positivi, a guardare il bicchiere mezzo pieno, a mettere in fila tutte le cose (e sono tante) che nella mia vita vanno per il verso giusto. Ma niente. E’ come se, di notte, rimorsi, rimpianti e sensi di colpa venissero sotto le coperte a farmi compagnia. Come se sentissero l’urgenza di uscire dal buio. E in camera fanno una danza.

 

Di notte organizzo funerali. Il mio, quello di mio marito, dei miei genitori, persino dei miei figli. E spesso piango. Ma ogni volta tiro fuori il meglio di me. Sì, perché come organizzo le cose io nemmeno Taffo. Penso a tutto. E tutto fila liscio fino al momento del discorso. Io che ho fatto delle parole – dette e non dette – le mie migliore amiche mi inceppo. Non sono ancora riuscita a scrivere il discorso perfetto. E sì che sono anni che ci penso. Il paradosso è che io non voglio un funerale e, per quanto possibile, li evito. A mio marito l’ho detto: peccato che ci siamo promessi che chi resta deve, con i soldi del funerale, portare i figli in vacanza al mare….perché potrei lasciarti delle istruzioni che nemmeno per la Regina Elisabetta avevano previsto così tanto e così nei dettagli. Tutto, tranne il discorso.

 

Fatti curare l’insonnia, chiedi aiuto, prendi un sonnifero, spegni il cellulare, vai a letto prima, vai a letto dopo, parlane con il medico, parlane con il ginecologo perché è la menopausa, parlane con lo psicologo perché è la depressione, parlane con l’esorcista perché te ne serve uno bravo….io i consigli li ascolto tutti. E, tanto per cambiare, li ignoro tutti.

Perché la verità è che le notti insonni da 50enne, in fondo, sono ormai parte di me. E nemmeno la peggiore. Perché ascoltare anche quello che di giorno non mi racconto non è poi una così brutta esperienza. E quando verso le 4 del mattino mi addormento sono stanca, è vero, ma in qualche modo serena. Perché ho rimesso tutto in fila, anche tutti quei conti che, per quante volte io li rifaccia, non torneranno mai.

 

Da qualche settimana ho smesso di darmi ai campi. Adesso gioco a burraco. Ma quello reale, perché piace ai brasiliani e allora il fuso orario mi regala sempre compagni di gioco. Però notte dopo notte aumentano le donne, italiane, che tra pinelle e improbabili scale mi fanno compagnia. Forse, non sono la sola 50enne insonne che, di notte, mette in disordine i pensieri.

 

Claudia

 

A questo link leggi un’altra notizia da Pink News.

Se hai una storia da raccontare o anche solo un pensiero da lasciare andare puoi scriverci a redazione@lavostrasalute.it

Foto: Pexels, Unsplash