Anna incapace di far finta di niente e con una Vittoria nel cuore

9 marzo 2023

Anna incapace di far finta di niente e con una Vittoria nel cuore

Anna Milici, presidente di Linfoamici

E’ bella, è radiosa, è intensa, è generosa, è intelligente. E’ una donna che in tanti, non c’è dubbio, quando passa per strada la guardano con ammirazione. Una di quelle che se la conosci così, da lontano, la invidi persino. Ma Anna è più di un bel viso. Anna è soprattutto una storia intensa. Anna è una sopravvissuta. Che ha fatto della sua disperazione la sua forza. Anna, il linfoma e la sua Vittoria.

La malattia crea le metastasi ma anche le distanze

«Avere il cancro ti cambia la vita. Questo lo sanno tutti. Così come tutti sanno che rimani per mesi senza capelli e senza forze. Quando ho scoperto di essere malata di linfoma avevo più o meno tutto chiaro. Nonostante i miei 26 anni. Quello che non sapevo è che di questa della malattia non mi avrebbero fatto male soltanto le terapie e gli effetti dei farmaci. Ho scoperto, ahimè, quanto può far male la paura, quella che sentì sotto la pelle e quella che leggi negli occhi di chi ti guarda. il grande senso di solitudine in cui si annega. Perché la malattia purtroppo è capace di creare, oltre alla metastasi, le distanze. Enormi tra te e gli altri. E in queste distanze si perdono persone, rapporti, sorrisi e speranze».

Il cancro non è contagioso, l’amore sì

Anna Milici è Linfoamici, un’Associazione che ha fatto degli abbracci in corsia una missione. Del sorriso una terapia. Dell’aiuto un dovere. Perché chi ce l’ha fatta non può far finta di niente.

Anna oggi è una splendida donna, una madre in prima linea come tutte le madri, una Presidente di un’Associazione che si occupa di cancro con molta allegria – l’uso di questo termine non è davvero fuori luogo con loro – ma anche con tanta concretezza. «Perché non basta fare del bene, bisogna anche farlo bene» Anna su questo non ha dubbi.

Perché diventare volontari in una corsia di oncologia? Perché non buttarsi tutto dietro le spalle, far finta che sia stato solo un brutto sogno e guardare avanti?

Sono guarita da 17 anni. Alcuni tipi di dolori li ricordo ogni volta come se li stessi provando adesso. Tra questi c’è la paura. Noi Linfoamici portiamo sorrisi, abbracci, diamo la possibilità di poter condividere un dolore. Sulle nostre spalle ridono i bambini ma piangono anche i genitori, ci stringono, ci chiedono aiuto, anche solo con uno sguardo. Ma la cosa più importante che possiamo lasciare, a loro e ai loro piccoli, è la speranza. “ Io ce l’ho fatta, ce la puoi fare anche tu”. Per un malato, che ti guarda da basso del suo letto di sconforto e paura, nulla vale più di questo.

Avere "fame" di vita

Cadere, rialzarsi. Cadere di nuovo, rialzarsi nuovamente. Questo è più che ‘avere fame di vita’, è voglia di farne indigestione. Tu, con la tua solarità, sei davvero l’esempio che non bisogna arrendersi. Tutto è cominciato 17 anni fa.

Ho scoperto di avere il linfoma per pura casualità, quando ne avevo 26. Completamente asintomatica sono stata strappata alla mia vita, alla mia quotidianità, alla leggerezza dei miei anni e catapultata in un modo fatto di ospedali, camici bianchi e camere sterili. Linfoma di hodgkin stadio III b con localizzazione al mediastino, al fegato e alla milza. Mi sono sottoposta a 6 cicli di chemioterapia abvd, 12 dosi duranti le quali ho perso forze, forme, persone, capelli, speranze. Un anno dopo, con una pet che annunciava la remissione completa, piano piano, mi sono riaffacciata alla vita e a passi piccolissimi, me la sono ripresa. Tutta e anche di più. Due anni dopo l’ultima somministrazione di chemio, a dispetto della malattia e contro ogni aspettativa medica, ho dato alla luce una splendida bambina. La mia Vittoria.

Anna e Vittoria

Una storia che, da sola, riempie una vita. Ma il destino aveva deciso che tu saresti stata più forte ancora. Che il traguardo, dovesse essere ancora lontano. 

Appena 10 giorni dopo il parto, quando avrei dovuto occuparmi solo di pannolini, latte e biberon scopro di dover combattere ancora contro il sig cancro: carcinoma tiroideo con metastasi estese.
“Si ricomincia” mi ha detto l’oncologo mentre tenevo in braccio una bambina di appena 4 kg. E così è stato, ho ricominciato e per la seconda volta, ho vinto io. Per la seconda volta sono tornata alla mia vita, al mio lavoro alla piccola Vittoria.

Anna, il linfoma e la sua Vittoria
Anna e gli abbracci in corsia

Poi l’incontro con Linfoamici. Il primo abbraccio. E la consapevolezza che non potevi semplicemente buttarti tutto dietro le spalle.

Dopo che hai avuto il cancro, dopo che hai guardato dritto negli occhi un medico mentre ti dice che non sa se sopravviverai, dopo che hai trovato il coraggio di aprire da sola, la busta dove c’è il tuo referto tac e dopo che ti sei guardato allo specchio senza riconoscerti per mesi e mesi e mesi puoi scegliere due cose:  tornare alla vita che ti è stata, per la seconda volta, donata vivendola al massimo e facendo finta che sia stato tutto solo un brutto sogno oppure decidere di voler dare un senso, al dolore e alla paura. Dovesse anche costare di riviverlo un po’ ogni volta.  Perché quello che adesso costa a me, non è nulla in confronto alla speranza, al conforto, alla testimonianza che riesco a dare a chi, oggi, non ha che questo. Inutile dirlo: io sto con i Linfoamici. E voi?

 

A questo link un’altra intervista ad un’altra donna con molto coraggio.